La nuova Piastra 2 del Policlinico Umberto I di Roma si distingue per un ambiente accogliente e moderno, lontano dall’immagine tradizionale di un pronto soccorso caotico. Lo spazio, pensato per i pazienti in attesa di ricovero, è stato inaugurato il 1° aprile dal presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.
L’intervento fa parte di un piano più ampio per migliorare la gestione delle emergenze all’interno del Dipartimento di emergenza-accettazione (Dea) dell’ospedale universitario, grazie a finanziamenti legati al Giubileo. Nei prossimi mesi verranno ristrutturate anche Piastra 1, Piastra 3 e l’Osservazione breve intensiva, con un investimento complessivo di 3,2 milioni di euro.
Secondo Fabrizio d’Alba, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria, l’obiettivo è rendere più efficiente il percorso dei pazienti, assegnando aree specifiche a diverse tipologie di casi. Questo approccio mira a ridurre i tempi di attesa, uniformare le procedure e migliorare il lavoro del personale sanitario. Un punto chiave, sottolineato dalla rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni, è il potenziamento dell’aspetto umano nelle cure.
Negli ultimi due anni, la Regione Lazio ha destinato 300 milioni di euro agli ospedali del territorio, ai quali si aggiungono risorse provenienti dal PNRR e dal Giubileo. Andrea Urbani, direttore della programmazione regionale, ha evidenziato l’importanza di questi investimenti per il settore sanitario.
Il presidente Rocca ha inoltre evidenziato il miglioramento nella gestione dei tempi d’attesa nei pronto soccorso, passati dal 67% al 96% di rispetto delle tempistiche previste. Per il Policlinico Umberto I sono previste oltre mille nuove assunzioni entro la fine dell’anno, mentre per il 2030 si punta alla costruzione di un nuovo ospedale. Entro fine aprile si attende un primo via libera dall’INAIL sui progetti preliminari.
Tra le priorità indicate da Rocca rientrano la buona spesa e il rispetto della dignità di operatori sanitari e pazienti. Inoltre, sia il presidente che la rettrice Polimeni concordano sull’importanza di includere esperienze nei pronto soccorso o nei Dea all’interno della formazione di tutti gli specializzandi, rendendole obbligatorie.
A cura di Micol Weisz