Un nuovo Position Paper e un cortometraggio in tre episodi sono al centro della campagna “Più – Più cura. Più tempo. Più vita.”, promossa dall’azienda biofarmaceutica Takeda Italia, per sensibilizzare sulla esperienza dei pazienti con tumore metastatico del colon-retto. L'iniziativa, patrocinata da importanti associazioni e fondazioni, si propone di far luce su come l'approccio alla cura di questa grave condizione possa essere migliorato attraverso un modello integrato e personalizzato, che vada oltre il semplice trattamento medico.
Per una vita migliore
L’obiettivo è chiaro: più cura, con un approccio che unisca competenze multidisciplinari per affrontare tutte le sfide del paziente; più tempo, garantendo diagnosi precoce e accesso alle terapie più innovative; più vita, aiutando i pazienti a vivere pienamente ogni momento del loro percorso. Un'iniziativa che promuove un approccio integrato che unisce trattamenti medici, supporto psicologico e attenzione alla vita quotidiana. Si guarda al "continuum of care", la continuità di cure. “Approccio ampiamente utilizzato nel tumore del colon-retto, in particolare nel carcinoma metastatico”, ha spiegato Gianluca Masi, Direttore dell’U.O. Oncologia Medica 2 dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana.
La seconda causa di morte in Italia
Preceduto solo dal cancro al polmone, il tumore metastatico del colon-retto è la seconda causa di morte in Italia, nonché la terza neoplasia più diffusa al mondo, con un preoccupante aumento fra i giovani. Ma grazie a progressi nella diagnosi e nel trattamento, oggi è possibile offrire a chi ne è colpito nuove speranze e una vita più lunga. Infatti, le ultime stime dicono che l’incidenza nelle popolazioni più anziane è in diminuzione grazie ai programmi di screening.
Una diagnosi precoce che salva la vita
La campagna enfatizza l’importanza della diagnosi precoce e della continuità delle cure per rallentare la progressione della malattia. “A oggi i programmi di screening offerti gratuitamente dal nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN) nella fascia d’età 50-69 anni, si basano sulla ricerca di sangue occulto nelle feci ogni due anni, e qualora risultasse positivo, il passaggio successivo obbligatorio è la colonscopia – riferisce Tiziana Pia Latiano, Oncologa, Consigliere Nazionale AIOM – Associazione Italiana di Oncologia Medica. Si cerca quindi di sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza di un approccio che non si limiti solo agli aspetti clinici, ma che consideri anche il benessere psicologico e sociale del paziente. Come anche il suo “diritto all’oblio e alla riservatezza della propria malattia”, come sostenuto da Cosimo Finzi, direttore Astraricerche.
Una medicina vicina al paziente
Al centro della campagna Il Patient Council, composto da Associazioni Pazienti, Società Scientifiche e key opinion leader. Da qui è stato elaborato un Position Paper per migliorare l'esperienza di cura dei singoli pazienti, concentrandosi su tre categorie: continuità assistenziale con approccio multidisciplinare e personalizzato, attenzione alla prevenzione, diagnosi precoce e supporto psico-oncologico; sensibilizzazione per il benessere e la qualità della vita. Un passo importante per un cambiamento culturale che possa davvero fare la differenza nella vita di chi affronta la malattia.
A cura di Serena Santoli
Foto di National Cancer Institute su Unsplash

