In una stanza d'ospedale o in un ambulatorio oncologico, il tempo è scandito da controlli, esami, terapie. Spesso manca il tempo – e lo spazio – per la prevenzione. Eppure, è proprio lì, accanto ai pazienti più fragili, che deve esserci un vaccino che può evitare dolore cronico, infezioni invalidanti e ospedalizzazioni inutili.
È da questa consapevolezza che nasce Vax Populi, un progetto nazionale che porta la vaccinazione contro l'Herpes Zoster dentro i percorsi di cura di chi ne ha più bisogno, integrandola nelle routine cliniche e non trattandola come un'opzione accessoria.

Il titolo del progetto richiama quella condizione descritta dallo psicanalista Saverio Tomasella: sentirsi sempre penalizzati o dimenticati, come il celebre pulcino nero. È così che molti pazienti fragili percepiscono la prevenzione: qualcosa che non arriva mai a loro, un diritto negato. Con Vax Populi l'obiettivo è ribaltare questa percezione, portando il vaccino direttamente nei luoghi di cura e trasformando un senso di esclusione in un'opportunità concreta di protezione.
Il progetto, di titolarità GSK e realizzato da Nume Plus, coinvolge 10 ospedali italiani da Nord a Sud con servizi di oncologia, reumatologia e immunologia clinica, mappando i percorsi per intercettare migliaia di pazienti eleggibili alla vaccinazione.
"L'Herpes Zoster, noto anche come Fuoco di Sant'Antonio, è una malattia frequente causata dalla riattivazione del virus della varicella, contratto in età pediatrica", spiega Ivan Gentile, ordinario di malattie infettive presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. "Quando si riattiva in età adulta provoca dolore intenso e bruciante. Si calcola che almeno un terzo della popolazione lo sviluppi nel corso della vita".
Nel nostro Paese, il 40,5% della popolazione convive con almeno una malattia cronica. Eppure, secondo un sondaggio Ipsos Healthcare, quasi il 50% di chi soffre di cronicità non conosce l'Herpes Zoster o ne ha solo una vaga idea.
Il vaccino rappresenta uno strumento sicuro ed efficace, con una protezione superiore al 90% che si mantiene per oltre 10 anni. È raccomandato dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023-2025 per tutti gli over 50 e per i soggetti fragili dai 18 anni. Per questi ultimi e per gli over 65 è gratuito.
"Dai primi dati raccolti emerge che su 16mila pazienti fragili in transito in strutture di eccellenza, ad oggi solo il 10%-15% viene vaccinato per Herpes Zoster, pur avendone l'indicazione e il diritto", spiega Stefano Remiddi, coordinatore scientifico del progetto.
"Il valore aggiunto di Vax Populi è l'integrazione: portare la vaccinazione direttamente dentro i percorsi di cura, accanto agli specialisti che già seguono i pazienti", commenta il professor Gentile. "Il paziente non deve cercare il vaccino: è il vaccino a raggiungerlo, nel luogo in cui è già seguito".
Come sottolinea Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom: "La vaccinazione, inserita in un percorso strutturato, è uno strumento concreto di prevenzione delle interruzioni terapeutiche e delle complicanze evitabili. La prevenzione significa meno ricoveri, meno antibiotici, meno dolore".

