Le infezioni respiratorie non si limitano più ai comuni raffreddori stagionali. Polmoniti, virus respiratorio sinciziale (RSV) e COVID-19 costituiscono attualmente una minaccia reale, soprattutto per anziani e persone fragili, con un forte impatto sul Sistema Sanitario Nazionale: ogni anno la spesa stimata, legata a queste patologie, si aggira intorno ai 7,5 miliardi di euro.
I dati emersi durante l’incontro “Infezioni respiratorie: impatti sull’healthy ageing e costi del SSN”, promosso da The European House – Ambrosetti con il contributo non condizionante di Pfizer, sono preoccupanti: ogni anno in Italia si registrano circa 188.300 casi ogni 100.000 abitanti. La mortalità è aumentata del 57,8% tra il 2012 e il 2019 e, con la pandemia, l’incremento complessivo ha superato il +560%.

La popolazione over-65 subisce l’impatto maggiore: rappresentano l'88% dei decessi influenzali nell'Unione Europea e oltre il 96% dei decessi per COVID-19 in Italia. Anche l’RSV, spesso sottovalutato, provoca ogni anno più di 26.000 ricoveri e 1.800 decessi soprattutto tra gli anziani.
"Ogni anno si registrano tra i 5.000 e i 15.000 decessi in eccesso, con gli anziani e i soggetti fragili che sono tra i più colpiti" sottolinea Massimo Andreoni, Direttore Scientifico della SIMIT e Professore Ordinario di Malattie Infettive presso l’Università Tor Vergata di Roma.
Nonostante la prevenzione vaccinale sia riconosciuta come l’intervento più efficace per ridurre la diffusione delle infezioni respiratorie, i dati non migliorano a causa della scarsa adesione alle campagne vaccinali. In Italia, il vaccino antinfluenzale raggiunge solo il 52,5% degli over-65, ben lontano dal target OMS del 75%; il vaccino anti-COVID copre appena il 4,5% degli over-60, mentre quello antipneumococcico si attesta sotto il 30%.
“Le vaccinazioni rimangono il più grande mezzo di prevenzione della salute pubblica che abbiamo”, sottolinea la senatrice Beatrice Lorenzin. “Dobbiamo occuparci molto di più delle persone adulte e fragili, rendendo la vaccinazione semplice e accessibile nella loro quotidianità”.
I vaccini non hanno un ruolo fondamentale solo sulla salute dei singoli cittadini, ma permettono anche dei risparmi significativi per il SSN: raggiungere il 50% di copertura per influenza, pneumococco, COVID-19 e RSV farebbe risparmiare circa 1 miliardo di euro all’anno, cifra che supererebbe i 2 miliardi con coperture vicine al 95%.
Per garantire una corretta adesione alle campagne vaccinali, migliorare la salute pubblica e ridurre i costi che gravano sul sistema sanitario, è fondamentale una comunicazione efficace. Circa un quarto degli over-60 non intende vaccinarsi contro le infezioni respiratorie, spesso a causa di una percezione errata del rischio. Tuttavia, una parte consistente della popolazione oggi indecisa (tra il 21% e il 43%) si dice pronta a rivedere la propria posizione se ricevesse informazioni più chiare e affidabili. Il 42% degli italiani segnala confusione comunicativa e oltre un terzo chiede campagne istituzionali più frequenti e semplici.
Lara Morelli di FIMMG Roma evidenzia che solo attraverso comunicazioni chiare e coerenti da parte di tutti gli operatori sanitari, i pazienti possono tornare a fidarsi della scienza.
Gli esperti sottolineano che la vaccinazione deve diventare diffusa e accessibile: non solo negli ospedali, ma nei luoghi di vita quotidiana, dalle farmacie alle piazze. Negli ultimi anni, le aziende sanitarie hanno adottato nuove misure per migliorare l’adesione alle campagne vaccinali: la chiamata attiva dei cittadini – tramite lettere, telefonate o SMS – oggi utilizzata dal 70,7% delle strutture, rimane lo strumento più efficace. Dopo la pandemia, quasi la metà delle aziende (47,6%) ha aperto nuovi hub vaccinali.
Un ruolo centrale continuano ad averlo i medici di famiglia: il 96,2% somministra il vaccino antinfluenzale e il 94,9% l’antipneumococcico, mentre la quota scende al 75,9% per il vaccino anti-COVID.
Anche le farmacie si sono dimostrate un valido alleato grazie alla capillarità della loro rete territoriale e agli orari di apertura estesi. "Il modello operativo adottato dalle farmacie durante la pandemia è stato esteso anche alla vaccinazione antinfluenzale", aggiunge Michele Pellegrini Calace, Segretario nazionale di Federfarma.
Con la prospettiva che entro il 2050 oltre un terzo degli italiani avrà più di 65 anni, l'Italia deve necessariamente rafforzare la prevenzione e rilanciare le campagne vaccinali, superando le barriere organizzative e culturali che oggi ne ostacolano la partecipazione.
A cura di Lucrezia Rogai

