Nel mese della prevenzione del tumore al seno, la politica, la medicina e le associazioni di pazienti si uniscono per promuovere nutrizione clinica, Breast Unit e cultura della diagnosi precoce
Due mozioni che puntano a migliorare la presa in carico dei pazienti oncologici e onco-ematologici: una sulla nutrizione clinica integrata e una sull'adozione omogenea del modello multidisciplinare delle Breast Unit. È questa l’iniziativa presentata il 29 ottobre 2025, alla Camera dei Deputati, dall'Intergruppo Parlamentare "Insieme per un impegno contro il cancro".

La prima mozione evidenzia l’importanza dell’alimentazione, chiedendo che la valutazione e il supporto nutrizionale diventino parte integrante dei PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenza) oncologici, dalla diagnosi al follow-up. Si chiede di definire screening nutrizionali approvati e interventi personalizzati, con l'inserimento di dietisti e nutrizionisti nell’equipe medica. Particolare attenzione è stata dedicata al monitoraggio reale delle diete ospedaliere, spesso non rispettate nonostante le linee guida.
La seconda mozione promuove l’adozione omogenea del modello delle Breast Unit sul territorio nazionale, con il coinvolgimento delle associazioni di pazienti nel monitoraggio e PDTA condivisi anche per la fase metastatica. L'obiettivo è garantire che AGENAS valuti non solo l’esistenza dei centri, ma anche il loro funzionamento reale e l’impatto per i pazienti.
«Siamo particolarmente soddisfatti per l’approdo in Aula della mozione sull’alimentazione, che riconosce finalmente questo tema come prioritario – ha dichiarato Vanessa Cattoi, Deputata e coordinatrice dell’Intergruppo –. Lo screening nutrizionale previene e corregge la malnutrizione fin dalla diagnosi, migliora la tolleranza alle terapie e garantisce una migliore qualità della vita».
La Deputata ha presentato le azioni chiave della mozione, volte anche a ridurre complicanze e costi per il Servizio Sanitario Nazionale: protocolli per valutare il supporto nutrizionale in parallelo al percorso oncologico, l'inserimento di nutrizionisti nei PDTA e campagne di sensibilizzazione sui corretti stili alimentari, oltre al fornimento delle giuste diete ospedaliere.
A sostenerla, Annamaria Mancuso, presidente di Salute Donna ODV e coordinatrice del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere", che riunisce 47 associazioni di pazienti: «Queste mozioni standardizzano ciò che davvero fa la differenza: nutrizione clinica integrata fin dalla diagnosi e Breast Unit multidisciplinari operative, monitorate per risultati e non solo per adempimenti formali. Sono passi necessari per garantire equità e qualità di vita ai pazienti oncologici di tutte le Regioni».
Durante la conferenza è intervenuto anche Paolo Tralongo, presidente del CIPOMO, (Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri), che, oltre a parlare di dimensione clinica, ha toccando temi culturali e sociali della prevenzione. Studi mostrano che, se diagnosticato al primo stadio, il tumore al seno ha una probabilità di guarigione superiore al 95%. «Informare i cittadini su questo significa far capire che la prevenzione è un investimento altamente vantaggioso: anche un’azione minima può massimizzare la possibilità di guarigione» ha spiegato l’oncologo, che poi ha concluso sottolineando il ruolo dell’alimentazione e dell’attività fisica come strumenti terapeutici, capaci di ridurre il rischio di recidiva fino al 40%, tanto che l’attività fisica può essere considerata quasi una prescrizione di cura.
Nel corso della giornata, esponenti di diversi schieramenti politici hanno ribadito l'importanza di un impegno condiviso. Ilenia Malavasi, del Partito Democratico, ha sottolineato come nella Legge di Bilancio sia stato ottenuto l'ampliamento degli screening per il tumore al seno, «un segnale molto importante perché l'inizio di queste patologie è sempre più precoce». Anche Andrea Quartini, del Movimento 5 Stelle, ha evidenziato come il lavoro dell'Intergruppo rappresenti «la capacità del sistema di realizzare percorsi omogenei su tutto il territorio nazionale riducendo le disuguaglianze territoriali».
Durante il Mese Rosa, l'evento ha assunto un valore ancora più forte: ricordare che la diagnosi precoce salva la vita, ma solo se supportata da una rete sanitaria efficiente, una cultura della prevenzione e un sistema politico in grado di ascoltare.
A cura di Lucrezia Rogai
Foto di Bermix Studio su Unsplash

