Lavarsi le mani resta il gesto più semplice ed efficace per prevenire la diffusione delle infezioni, soprattutto in ambito sanitario. Lo ha ribadito la Società Italiana di Medicina Interna (SIMI) nella Giornata Mondiale dell’Igiene delle Mani, indetta come ogni anno il 5 maggio dall’Organizzazione Mondiale della Sanità con lo slogan “Save Lives: Clean Your Hands”.
I dati, del resto, parlano chiaro: si stima che una corretta igiene delle mani possa prevenire fino al 50% delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria (ICA) e che i costi derivanti dall’implementazione della corretta igiene delle mani ammonterebbero a meno del 2% dei costi legati alle infezioni così evitate.
Secondo l’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), ogni anno in Europa si verificano circa 4,1 milioni di ICA, responsabili di 37.000 decessi diretti. In Italia, i dati non sono più rassicuranti: qui 1 paziente su 20 contrae un’infezione durante il ricovero ospedaliero, con impatti gravi sia sulla salute pubblica sia sui costi del sistema sanitario nazionale, mentre a livello globale il numero sale a 1 paziente su 10.
Le infezioni più comuni sono quelle del tratto urinario, del sito chirurgico, polmonari e le batteriemie. Eppure, spiega il professor Emanuele Durante Mangoni, professore associato di medicina interna presso l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e direttore della Uoc Medicina Interna e Trapianti dell’Ospedale Monaldi di Napoli, «l’igiene delle mani è la misura di prevenzione più efficace. Se fosse un farmaco, verrebbe approvato in tempi record per la sua efficacia documentata».
Nonostante da decenni le evidenze scientifiche indichino che il semplice lavaggio delle mani può ridurre drasticamente la contaminazione, l’aderenza da parte degli operatori sanitari rimane bassa nei cinque momenti critici identificati dall’OMS:
La SIMI rilancia l’importanza della formazione continua, della sorveglianza attiva e dell’uso appropriato di gel idroalcolici, da affiancare al lavaggio tradizionale con acqua e sapone.
«L’aderenza all’igiene delle mani protegge i pazienti, gli operatori sanitari e le loro famiglie», conclude Durante Mangoni. «È il gesto più semplice e potente nella lotta contro le infezioni ospedaliere».
A cura di Micol Weisz
Foto di Nathan Dumlao su Unsplash

