Nascosto agli occhi dell'Italia, il lavoro quotidiano di 115 giovani tra i 18 e i 30 anni, mentre studiano o muovono i primi passi nel mondo del lavoro, consiste nel prendersi cura di nonni o genitori malati.
Nasce così Impressions of Humanity, promossa da Fondazione MSD per celebrare i suoi primi venti anni, per raccontare queste storie attraverso l'arte. Un'iniziativa che ha fatto emergere per la prima volta nel nostro paese i numeri di questo fenomeno: la ricerca, realizzata da Eikon Strategic Consulting ha coinvolto 115 giovani da 17 regioni rivelando che il 62% dedica da 1 a 5 ore al giorno alla cura e più di un terzo lo fa da oltre tre anni, con un impegno settimanale che va dalle 7 alle 35 ore.

«I giovani caregiver sono il pilastro silenzioso di un'Italia che invecchia», racconta Cristina Cenci, antropologa e Senior Partner di Eikon. «Il lavoro di cura è fatto con amore e pazienza, ma comporta anche fatica e sacrificio degli anni più importanti per costruire la propria vita. Il 58% dei giovani dichiara di assistere 'per affetto', ma l'82% chiede riconoscimento ufficiale, supporto e informazioni per affrontare meglio un compito così impegnativo».
Impressions of Humanity non si ferma solo alla ricerca. Giovani studenti della Rufa (Rome University of Fine Arts), con il supporto dell'intelligenza artificiale, hanno trasformato le esperienze dei Young Caregivers in vere opere d'arte, guidati dall'artista e regista multimediale Francesca Fini.
«Più che una mostra si tratta di un percorso fatto anche con un seminario con gli studenti», commenta Fini. «È un percorso che mi ha sorpresa tantissimo perché tutte le banalità e i cliché che inevitabilmente escono fuori sono stati evitati e la mostra analizza il rapporto uomo-macchina in maniera matura e sorprendente».
Per Marina Panfilo, Direttrice di Fondazione MSD, il progetto rappresenta la sintesi della missione della Fondazione: «Oggi coniughiamo health literacy, salute e giovani. Attraverso arte e tecnologia raccontiamo storie che meritano di essere ascoltate». Il focus sui caregiver rappresenta un valore fondamentale: «È un grande valore che ha l'Italia quello di avere delle persone che si prendono cura di altre persone. Attraverso l'arte verrà espressa in un modo che ha a che fare anche con la tecnologia, quindi con l'innovazione a tutto tondo».
Hanno partecipato anche le Associazioni Pazienti - APMARR, Cittadinanzattiva, F.A.V.O., Salute Donna ODV, Salute Uomo, UNIAMO e Young Care Italia – sottolineando l'urgenza del tema: «La narrazione che emerge contrasta con l'evidente gap istituzionale. Una carenza che richiede urgenti interventi sistemici e, soprattutto, una normativa nazionale adeguata».
La mostra, inaugurata oggi alla Fondazione Pastificio Cerere di Roma, proseguirà anche in formato digitale e sarà inserita nel programma della Rome Art Week, dal 20 al 25 ottobre, portando l'attenzione della città sull'importanza del caregiving giovanile.
Un modo per far sì che queste storie, finalmente emerse dall'invisibilità, continuino a interrogare la società italiana sul futuro del valore del prendersi cura.
A cura di Lucrezia Rogai

