L’ottava edizione del convegno “La Scienza per la differenza. La via multidisciplinare alla medicina di genere”, organizzato da Farmindustria, con il patrocinio del Ministero per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, ha posto al centro del dibattito una domanda fondamentale: come integrare la medicina di genere in tutti i settori della scienza medica?
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) descrive la medicina di genere come “l'analisi dell'impatto delle differenze biologiche e delle variabili socio-economiche e culturali sulla salute e sulle malattie degli individui”. In pratica, significa che la medicina riconosce che uomini e donne possono avere risposte diverse alle malattie o ai farmaci, e quindi cerca di personalizzare le cure per rispondere meglio alle esigenze di ciascun genere.
Un passo avanti concreto: 1.200 farmaci per le donne
La medicina di genere ha compiuto progressi notevoli, come dimostra la sua recente integrazione nel Servizio Sanitario Nazionale, con l’approvazione del Piano Formativo Nazionale, siglato nel 2023 dai Ministri della Salute e dell’Università e della Ricerca. A livello globale, la scienza sta ponendo crescente attenzione sulle differenze di genere, con un numero in continua crescita di studi clinici in fase di sviluppo dedicati alla medicina femminile. L'OMS segnala che attualmente sono in fase di sviluppo clinico circa 1.200 farmaci per le donne, con un’ampia varietà di applicazioni terapeutiche: 95 per patologie ginecologiche, 190 per il tumore all'utero, 83 per il tumore alle tube di Falloppio, 558 per il tumore al seno, 251 per il tumore ovarico e 22 per condizioni legate alla gravidanza e al parto.
La presenza femminile resta inferiore rispetto a quella maschile
Il legame tra ricerca clinica e medicina di genere sta diventando sempre più forte, come afferma Marcello Cattani, presidente di Farmindustria: “L’impegno dell’industria farmaceutica nella medicina genere-specifica è crescente. Le imprese auspicano una maggiore partecipazione femminile agli studi clinici per ridurre il divario che ancora persiste”. Tuttavia, sebbene il 90% degli studi clinici siano aperti sia a uomini che a donne, in alcune aree terapeutiche la presenza femminile resta inferiore rispetto a quella maschile. Per colmare questo gap, Cattani suggerisce di incentivare l’adozione di studi clinici decentralizzati (DCT), che consentono alle donne di partecipare agli studi senza doversi spostare, grazie a soluzioni come la consegna domiciliare dei farmaci, il telemonitoraggio e le televisite di controllo.
Un settore in crescita: la parità di genere nell'industria farmaceutica
Nel settore farmaceutico, la parità di genere sta guadagnando terreno. Su 70mila dipendenti, 7mila dei quali impegnati in ricerca e sviluppo, il 45% sono donne. Quasi la metà (47%) ricopre ruoli dirigenziali e di responsabilità. Dal 2018 al 2023, l'occupazione femminile nel settore è aumentata del 14%, con un +22% tra le giovani sotto i 35 anni. Inoltre, la differenza di retribuzione tra uomini e donne nella fascia 30-49 anni è scesa al -0,5%, ben al di sotto della media del -11,6% registrata nel settore manifatturiero.
Farmindustria evidenzia anche le politiche di Welfare aziendale adottate dalle imprese farmaceutiche per promuovere la parità: il 71% delle aziende ha ottenuto la certificazione per la parità di genere, e il 22% ha avviato o avvierà a breve il relativo iter. Inoltre, il 91% delle aziende ha implementato sistemi di gestione delle risorse umane che allineano le aspettative individuali con gli obiettivi organizzativi.
Con IA, nuove molecole in fase di sviluppo in aumento del 400%
Nei prossimi anni, l’intelligenza artificiale generativa giocherà un ruolo cruciale in numerosi settori, tra cui medicina, educazione, legge, informatica e arti creative. Il suo impatto globale è già evidente, aprendo nuove e promettenti opportunità per la ricerca e le cure. Grazie all’IA, l’identificazione di nuove molecole in fase di sviluppo è aumentata del 400% tra il 2020 e il 2023, con un tasso di successo che raggiunge l'80-90% nelle prime fasi della sperimentazione clinica, riducendo del 40% i tempi di ricerca pre-clinica. Gli investimenti mondiali in nuovi progetti di ricerca e sviluppo con l’IA ammontano attualmente a 13 miliardi di euro.
Un impegno collettivo per il futuro della sanità
All’evento hanno partecipato anche Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, e Orazio Schillaci, Ministro della Salute. L’approccio di genere in sanità non è un obiettivo isolato, ma fa parte di un intervento globale che richiede la collaborazione di istituzioni, politica e tutti gli attori coinvolti per ridurre le disuguaglianze e migliorare la precisione delle cure. L’inclusione della medicina di genere in ogni fase della cura rappresenta un passo fondamentale verso una sanità più equa e mirata.
A cura di Serena Santoli

