La qualità della formazione in psicoterapia è sotto i riflettori. A palazzo Valentini, nella prestigiosa sede della Città Metropolitana di Roma, la Consulta delle Scuole di Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) ha lanciato un allarme che non può essere ignorato: servono regole chiare contro la "formazione selvaggia" che sta proliferando nel settore.
I numeri che parlano chiaro

La Consulta CBT rappresenta una realtà imponente nel panorama formativo italiano: un terzo degli specializzandi in psicoterapia si forma nelle scuole aderenti, per un totale di oltre 5.000 professionisti in formazione distribuiti su 70 sedi nazionali. Ogni scuola vanta una media di 40 docenti e centri clinici attivi, confermando il ruolo centrale della CBT nella costruzione del futuro della salute mentale italiana.
L'allarme degli esperti
Ad aprire i lavori del convegno nazionale è stata la dottoressa Nausica Cangini, Consulente Tecnico ASP dell'Istituto Romano di San Michele e chairman dell'evento, che ha accolto rappresentanti istituzionali di primo piano. Tra i presenti: Stefano Cacciotti per la Città Metropolitana di Roma, gli onorevoli Luciano Ciocchetti e Paolo Ciani della XII Commissione Affari Sociali della Camera, l'onorevole Fabio Massimo Castaldo, già Vicepresidente del Parlamento Europeo.
La presenza del professor Alberto Siracusano, Presidente del Tavolo Tecnico della Salute Mentale del Consiglio Superiore di Sanità, insieme alla dottoressa Alessandra Ruberto del CNOP, alla dottoressa Paola Medde dell'Ordine Psicologi Lazio e al dottor Stefano De Lillo dell'Ordine dei Medici Roma, ha sottolineato l'importanza istituzionale dell'iniziativa.
La denuncia: troppi corsi senza basi scientifiche
Il cuore della questione è emerso durante la prima tavola rotonda, dove il professor Ricci del Consiglio Direttivo della Consulta, insieme a esponenti del Ministero dell'Università e della Ricerca, ha denunciato la crescita preoccupante di corsi non accreditati e privi di evidenze scientifiche.
Un dato allarmante è stato presentato dal professor Tommaso Boldrini: quasi la metà delle scuole riconosciute in Italia adotta modelli clinici scarsamente supportati dalla ricerca scientifica. Una situazione che mette a rischio la qualità della formazione e, di conseguenza, la tutela della salute mentale dei cittadini.
I risultati della formazione di qualità
Il presidente della Consulta, professor Francesco Mancini, ha illustrato i risultati di una recente indagine condotta su 1.559 ex allievi delle scuole CBT, offrendo un quadro estremamente positivo: il 97% dei formati lavora come psicoterapeuta, l'84% è soddisfatto della professione, il 77% è soddisfatto della remunerazione e oltre il 97% ritiene efficaci le competenze acquisite durante il percorso formativo.
Strumenti per il futuro
Al centro del convegno è stata presentata la quarta edizione del "Manuale per la Formazione tra Pari", uno strumento pratico per promuovere trasparenza, qualità e responsabilità nei percorsi formativi. Il professor Paolo Michielin dell'Università di Padova e la dottoressa Susanna Pizzo del Consiglio Direttivo della Consulta hanno illustrato le novità, affiancate dalla presentazione della nuova Carta dei Valori.
Prospettive future e sostegno ai giovani
Spazio anche alle prospettive future con l'annuncio di borse di studio per i giovani psicologi, presentate dalla dottoressa Fortunata Pizzoferro, Presidente di Altra Psicologia e vicepresidente ENPAP. Il professor Massimo Biondi della Federazione Italiana delle Associazioni di Psicoterapia e dell'Università Sapienza di Roma ha ribadito l'importanza di fondare l'efficacia terapeutica su basi scientifiche solide.
L'appello finale
A chiudere i lavori, la dottoressa Cangini ha lanciato un appello diretto alle istituzioni: "La qualità della formazione è il primo presidio della salute mentale pubblica. Serve responsabilità comune per rendere la rete formativa ancor più autorevole".
Un messaggio chiaro che sottolinea come la tutela della salute mentale passi necessariamente attraverso la qualità della formazione degli specialisti, richiedendo un impegno collettivo per contrastare la proliferazione di percorsi formativi inadeguati e privi di fondamento scientifico.
Foto di Batuhan Doğan su Unsplash

