Ecco come telefoni e smartwatch diventano sentinelle della salute del cuore

Basterà una applicazione sul telefono o sullo smartwatch per tenere sotto controllo i propri parametri cardiovascolari. L’intelligenza artificiale lavorerà per prevenire e trattare precocemente patologie quali l'insufficienza cardiaca, la fibrillazione atriale e le altre malattie coronariche. In questa direzione, ma non solo, si sviluppa la ricerca del progetto internazionale GRACE (grace-ihi.eu) presentato presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma con l'obiettivo di migliorare la rilevazione precoce, la gestione e la cura a lungo termine dei pazienti attraverso soluzioni digitali innovative e di facile applicazione.«La nostra sfida sta nel mettere insieme aziende del settore elettromedicale e del farmaceutico con aziende di elettronica di consumo per fornire continuità alla cura e alla gestione delle patologie cardiovascolari. L'intento è di mettere in comunicazione, ad esempio, uno smartwatch con un impianto attivo dotato di telemetria per fornire con continuità le informazioni rilevate dallo strumento ai professionisti sanitari».

A dichiararlo è il professor Leandro Pecchia, Presidente del Corso di Laurea Magistrale dell’Università Campus Bio-Medico in Ingegneria Biomedica, docente in Bioingegneria elettronica e informatica, direttore dell’unità di ricerca in Intelligent Health Technology e dell’Osservatorio sulla Global Health.Pecchia è considerato, visti i suoi precedenti incarichi internazionali, uno degli ingegneri biomedici più influenti a livello globale sui temi dell’innovazione in medicina ed è al lavoro su numerosi progetti con il Campus Bio-Medico di Roma e con altri colleghi: dal robot Hosbot utilizzato nei servizi di logistica ospedaliera; al lupo robot Freki, che offre un modo completamente nuovo per individuare patogeni di natura batterica, automatizzando il campionamento in ambienti sanitari in modo efficace e ripetibile. «Obiettivo – racconta Pecchia – ridurre l’incidenza delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria, migliorando quindi l’esperienza dei pazienti ed al contempo riducendo i rischi degli operatori sanitari». Sarà lui a coordinare il progetto GRACE.

Leandro Pecchia

Le malattie cardiovascolari rimangono la principale causa di morte a livello globale, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, con 17,9 milioni di decessi ogni anno, un numero destinato a salire a 22 milioni entro il 2030. Per l'Istituto Superiore di Sanità il 41% degli italiani tra 18 e 69 anni ha almeno tre fattori di rischio cardiovascolare.

I ricercatori di GRACE porteranno avanti sei studi pilota per trasformare la gestione della fibrillazione atriale, migliorare la cura della stenosi aortica per i pazienti oncologici, ridurre le complicazioni nella chirurgia cardiaca, potenziare la diagnostica della risonanza magnetica cardiaca per l'ischemia senza coronarie ostruttive e infine ottimizzare la gestione dell'insufficienza cardiaca.Supportato dall'Innovative Health Initiative (IHI), il progetto avrà una durata di 54 mesi e un budget complessivo di oltre 19 milioni di euro con cofinanziamento dall'Unione Europea e da partner industriali. «Misureremo l'impatto clinico, economico e sociale, garantendo che le soluzioni di GRACE offrano benefici reali e misurabili ai pazienti e ai professionisti sanitari», ha spiegato ancora il professor Pecchia. Uno sforzo collaborativo e multidisciplinare che vanta 24 partner provenienti da ricerca, sanità, industria. Questo consorzio diversificato include ospedali, università, istituti di ricerca e aziende di tecnologia medica e farmaceutica, garantendo un approccio completo per affrontare la sfida delle malattie cardiovascolari. Con la partecipazione attiva di organizzazioni in Spagna, Francia, Italia, Paesi Bassi, Germania, Regno Unito, Israele e Corea, GRACE copre più sistemi sanitari, consentendo la validazione nel mondo reale delle sue soluzioni e la loro scalabilità in tutti i contesti.

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