Un podcast per ridurre incomprensioni e imitare.
Si va dai 22 minuti della Svezia e degli USA, ai 15 della Francia, ai 9 della Gran Bretagna, ai 5 di Austria e Ungheria, al minuto scarso di Paesi come Malawi e Bangladesh. L’Italia? Tra i 9 e i 12 minuti della media europea. Sono i tempi di consultazione e dialogo tra medici e pazienti rilevati da una ricerca del British Medical Journal in 67 Paesi del Mondo. Secondo l’OMS 12 minuti è il tempo minimo necessario per stabilire una relazione efficace.
E si chiama proprio così 12 MINUTI il podcast ideato da Helaglobe e realizzato partendo dalle storie reali raccolte da medici e professionisti sanitari e dalle oltre 70 associazioni e federazioni di pazienti nel progetto “Insieme Per”. Un podcast per ridurre incomprensioni e limitare aggressioni nelle intenzioni degli autori.
Il podcast in 8/10 puntate è stato presentato a Roma, al Senato, nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani. La serie utilizzerà lo schema della simulazione con sceneggiatori, attori e doppiatori professionisti della Milk Studios, si andranno a ricreare i momenti di incontro e di scontro nei diversi momenti del percorso di cura e in setting ben definiti. Gli autori hanno recitato oggi alcune scene al Senato leggendo reali dialoghi tra pazienti e medici e ottenendo una grande partecipazione emotiva dei presenti.
«Il tempo e i 12 minuti sono un elemento decisivo, ma non l’unico che influenza il rapporto tra pazienti e professionisti sanitari – spiega Davide Cafiero, Managing Director Helaglobe –. Nelle nostre ricerche abbiamo capito che è necessario anche dare voce al ‘non detto’. Mettere, cioè, in condizione, entrambi i soggetti della diade medico-paziente, di ‘ascoltare’ cosa sta vivendo/pensando l’altro nel momento dell'interazione verbale. È questo il punto di forza di questo progetto e al termine della sua diffusione misureremo scientificamente se ha prodotto risultati efficaci».
Dalla ricerca che darà vita al podcast è emerso, ad esempio, che i pazienti lamentano ‘non adeguate competenze’ da parte dei clinici nei momenti di interazione che hanno lungo il percorso di cura (alla comunicazione di diagnosi, alla definizione di terapia, agli incontri successivi, ecc…). Ma esplorando anche il punto di vista del medico è stato segnalato un deficit in capo al paziente: la incapacità di quest’ultimo di comprendere i vincoli e le regole che ‘costringono’ il medico e che lo inducono ad assumere (o non assumere) certi comportamenti.

